41 anni, riminese con origini nell’Alta Valmarecchia Valentina, studi superiori al liceo scientifico e laurea conseguita a Bologna nel 2005 presso la Facoltà di Ingegneria, è socia dello studio IDS – Ingegneria delle Strutture.
Il mio interesse per l’edilizia nasce grazie ad un professore di disegno tecnico del liceo e la “forma mentis” piuttosto “matematica” mi ha portato ad iscrivermi alla Facoltà di Ingegneria. Negli ultimi anni di Università, la passione per l’architettura è virata verso la parte più strutturale. Durante l’ultimo anno, ho frequentato il corso di costruzioni in zona sismica e, appena laureata, ho trovato subito lavoro in quest’ambito. Nel 2013, sono entrata a far parte di un’ associazione che si occupa di sensibilizzazione per il rischio sismico, ho conosciuto Andrea e dal volontariato siamo passati alla collaborazione professionale ufficializzata nel 2019
Di cosa ti occupi prevalentemente?
Supervisiono o seguo in prima persona le pratiche strutturali su opere pubbliche e private. Tra gli ultimi progetti cui mi sono dedicata, un cantiere in cui abbiamo fatto la progettazione di miglioramento sismico con la tecnologia del cappotto sismico…innovativa per la nostra zona. Tecnicamente, si tratta di un involucro esterno all’edificio che ha una funzione sia di rinforzo strutturale che di miglioramento termico: all’interno di due lastre di isolante termico viene inserita una terza lastra in calcestruzzo armato collegata alla struttura esistente che va a inscatolare l’edificio, rafforzandolo.
Approfondiamo un attimo la parte relativa il miglioramento della sicurezza sismica per quanto riguarda il nostro territorio
E’ auspicabile andare verso tale tipo di intervento nel momento in cui ci si approccia alla ristrutturazione di un edificio. Ora va molto di moda prendere in considerazione solo l’aspetto termico, ci dimentichiamo spesso e volentieri dell’importanza delle strutture che ricordiamo solo a seguito di eventi sismici. Faccio presente che nella nostra zona ci troviamo di fronte a edifici costruiti per lo più negli anni 60, in un territorio con un vuoto normativo molto importante (in quegli anni la nostra zona non era classificata sismica). Per farla breve, si tratta di un costruito non idoneo alla situazione sismica che si ha in realtà nelle nostre zone.
La prima cosa da fare quindi è una valutazione di sicurezza dell’edificio, si procede poi con una analisi delle strutture facendo indagini sia di tipo visivo che di laboratorio per la valutazione del degrado che hanno subito i materiali negli anni, cosa che da noi è molto rilevante per la presenza del mare. Soprattutto negli edifici di calcestruzzo si nota un notevole decadimento delle prestazioni. Una volta che si ha il quadro della situazione si valuta insieme al cliente il tipo di intervento:, piccoli interventi locali per migliorare solo alcuni punti critici oppure interventi che interessano globalmente tutta la struttura per portarlo a un livello di resistenza migliore
In questo momento su quale progetto o progetti sei impegnata?
Stiamo seguendo varie valutazioni di sicurezza in ambito pubblico: scuole, strutture sanitarie, ponti. A proposito di questi ultimi stanno aumentando le richieste di valutazioni a seguito dei vari disastri verificatisi. I crolli, hanno spostato l’attenzione sulla criticità a livello nazionale. Anche in questo caso si parte dalla valutazione per andare a definire il tipo di intervento da concordare con la pubblica l’amministrazione.
Sia in relazione al pubblico, sia in relazione al privato, vorrei concludere evidenziando che gli interventi di miglioramento sismico sulle strutture, oltre a limitare i pericoli per le persone (aspetto sicuramente primario), rappresentano un investimento per il presente ma soprattutto per il futuro: avere un immobile più adeguato alle normative significa in caso di evento sismico subire meno danni e quindi poter rientrare prima nell’abitazione o potere riutilizzare un edificio scolastico ad esempio, in tempi più brevi.