Quando: | 2016 |
Committente: | Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – provveditorato interregionale per le opere pubbliche per la Lombardia e l’Emilia Romagna – sede coordinata di Bologna |
Cosa: | Sede storica della Capitaneria di Porto di Rimini |
Prestazione: | Valutazione della sicurezza/vulnerabilità e progetto di fattibilità tecnico economica, definitivo esecutivo del miglioramento sismico |
Dove: | Rimini (RN) |
Professionisti/Collaboratori: | Andrea Barocci Ing; Zamagna Nicola Ing. |
Descrizione
Inizio dell’incarico con Atto R0002174 del 24/08/2016. Verbale di verifica e validazione del progetto esecutivo in data 29/11/2016.
Professionista incaricato: Ing Andrea Barocci. Durata dell’incarico: 24/08/2016 – 29/11/2016.
Dati della costruzione: edificio strategico classe IV, volume 4.900mc, 3 piani fuori terra, struttura in muratura portante con componenti puntuali in acciaio e in legno, zona sismica 2.
Descrizione dell’edificio e svolgimento della valutazione di sicurezza/vulnerabilità
La sede storica della Capitaneria di Porto di Rimini è attualmente la sede istituzionale e operativa della Capitaneria, collocata appunto in un edificio storico a pochi metri dal canale del porto di Rimini. Ospita al suo interno sia la funzione operativa che alcuni alloggi.
La valutazione di sicurezza/vulnerabilità è stata svolta ai sensi delle NTC2008. La committenza non aveva a disposizione alcun elaborato riconducibile alle strutture. I rilievi, le indagini e la diagnostica hanno portato a raggiungere un livello di conoscenza LC2.
Le modellazioni sono state svolte mediante MIDAS GEN, uno dei software di calcoli evoluti più utilizzati a livello internazionale. Le verifiche sono state svolte in parte mediante lo stesso software, in parte attraverso fogli di calcolo EXCEL creati dal professionista e correntemente utilizzati nella propria pratica professionale.
L’impianto strutturale dell’edificio in questione lo si può dividere in due corpi collegati:
– Il Corpo principale, che si sviluppa su tre piani fuori terra oltre ad un piccolo vano interrato. Contiene al piano terra alcuni uffici aperti al pubblico, mentre ai piani superiori sono presenti 4 alloggi (2 per piano) residenziali. Ha un ingombro massimo in pianta di circa 25,4×12,4m, con un’altezza massima fuori terra di circa 15,5m.
– Il Corpo annesso, per un solo piano fuori terra con un ingombro massimo in pianta di circa 4,25×7,8m, con un’altezza massima di circa 4,7m. questo corpo è stato costruito successivamente al corpo principale, come è stato possibile vedere dai saggi effettuati.
I due corpi, seppure architettonicamente collegati, sono strutturalmente scollegati e pertanto, nella valutazione di sicurezza si è scelto di modellare soltanto il corpo principale, che vista l’età e la conformazione risulta di preponderante importanza. Per il corpo annesso sono comunque state effettuate considerazioni e analisi volte ad escludere un’interazione con la struttura principale.
La struttura del corpo principale è così composta: Fondazione continua su muratura, muratura a più teste rastremate con l’altezza, solai in putrelle e pignatte, divisori interni in muratura (anche se la quasi totalità sono portanti).
L’esito della valutazione di sicurezza/vulnerabilità è stato riportato mediante il Tempo di Intervento TINT, ai sensi dell’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 04/11/2010 e in funzione del coefficiente d’uso (Cu) dell’edificio e del periodo di ritorno dell’azione sismica corrispondente all’attivazione del meccanismo di rottura in esame allo SLV o SLC (TSLV o TSLC).
Quindi per ogni potenziale vulnerabilità (collasso globale, meccanismi locali, elementi non strutturali, ecc…) si è identificato il Tempo di Intervento TINT che diventa il numero di anni per il quale la costruzione può ritenersi probabilisticamente sicura nei confronti di quella specifica vulnerabilità, tenendo conto dei concetti di Tempo di Ritorno. Se TINT è superiore a 30 anni la PCM ritiene non necessaria una immediata programmazione degli interventi. Se TINT invece risulta minore o uguale a 2 anni si configura un “particolare elemento di rischio” che implica urgenza di interventi. E’ implicito che se TINT è nullo, la verifica non è soddisfatta neppure ai carichi statici ed è obbligatorio intervenire immediatamente.
Tutti i maschi murari sono risultati adeguati alle azioni di servizio, anche se alcuni sono risultati con un coefficiente prossimo allo 0; le verifiche condotte sono state le principali da normativa, cioè pressoflessione nel piano, fuori dal piano e taglio. I solai invece sono risultati non adeguati nei confronti delle azioni di servizio, rilevando quindi un coefficiente nullo.
Proposte progettuali
Su espressa richiesta della Committenza e tenendo conto delle nuove NTC2018 che sarebbero state prossime a venire, ma delle quali si era già a conoscenza degli intenti, si è proceduto con uno studio progettuale che permettesse di raggiungere un miglioramento al 60% e quindi un livello di sicurezza di 0,6 rispetto ad una nuova costruzione.
Vista la natura dell’edificio e delle criticità, la scelta d’intervento è stata principalmente tradizionale integrata però da alcune peculiarità necessarie per il proseguo dell’uso dell’edificio. La Capitaneria ha infatti continuato nel consueto svolgimento delle proprie attività durante lo svolgimento del cantiere grazie alla scelta di lavorazioni esterne e/o a secco con componenti ridotti a facile mobilità.
Le pareti in muratura che si estendono dalla base alla sommità si rastremano con l’altezza e presentano, al piano terra e primo, un assottigliamento in corrispondenza dei sotto finestra; tali punti, corrispondendo alle fasce di piano, risultano i più sollecitati a sforzo tagliante sotto azione sismica, e pertanto si è prescritto il ripristino dello spessore murario adiacente con muratura ammorsata secondo le regole dell’arte.
Nei medesimi punti di cui sopra, a parte il ringrosso della muratura, persiste un alto tasso di lavoro a trazione diagonale e verranno pertanto inseriti dei telai in acciaio, interni ed esterni alla muratura che presentano montanti continui posti a lato delle aperture, traversi a livello della banchina e del cassettone delle tapparelle, e croci di sant’Andrea solo sul lato esterno dell’edificio.
Altra lavorazione prevista è la creazione del piano rigido a livello dei solai, tramite l’inserimento di elementi in acciaio ortogonali tra loro, rigidamente collegati, posti immediatamente sotto al solaio esistente. La funzione di tali elementi è anche quella di incrementare la portanza statica del solaio che non è raggiunta della parte strutturale esistente. Tali elementi sono collegati ad un profilo perimetrale che funge da cordolo a livello del solaio, ancorato anche a dei piatti metallici esterni che fungono da contrasto. Questa lavorazione ha permesso di non interagire minimamente con i piani di calpestio e relativi pavimenti, e quindi con la funzione soprastante e l’attività che ha continuato senza soluzione di continuità.
Le aperture interne al fabbricato sono risultate prive di architravi, pertanto si è progettato un architrave da inserire in ciascuna di esse formato da uno o due profilati IPE 140 a seconda dello spessore di muratura da sostenere; la sottigliezza del profilo ha permesso di lavorare a tratti demolendo un lato alla volta, senza pericolo di eccesive lesioni o crolli.
Per creare un vero giunto sismico tra i due corpi di fabbrica è prevista la demolizione e l’inserimento di un giunto sia sulle pareti verticali che sul terrazzo, che allo stato attuale presenta una continuità di finitura.
L’ultimo intervento progettato è la rimozione delle pianelle di laterizio e del manto di copertura con creazione di una soletta in C.A. collegata alla sottostruttura lignea tramite viti da legno inserite negli elementi esistenti. Tale soluzione è stata ovviamente mirata a contrastare i cinematismi locali (prettamente di ribaltamento) dell’ultimo livello delle murature, ed ha permesso di trarre vantaggio anche in previsione dell’efficientamento energetico dell’immobile.